Come leader ci si aspetta da noi che siamo sempre presenti, lucidi, con alti livelli alti di energia, capaci di intuizioni e decisioni sagge, in qualunque circostanza.
Come madri, padri, fratelli, amici ci si aspetta da noi che siamo attenti, disponibili, supportivi.
Peccato che in un mondo di complessità e cambiamenti implacabili, fare questo è molto impegnativo: la nostra mente è attiva tutto il giorno su circa 60. 000 pensieri, e il rumore è così forte da farci perdere la lucidità e il governo di noi stessi.
Ci possono essere segnali anche piccoli che ci stiamo avvicinando pericolosamente al punto di rottura: dimenticanze, scoppi di rabbia o di tristezza, momenti di totale apatia, tachicardia, crisi di panico inusuali…
Di fronte a queste manifestazioni dobbiamo fermarci, e decidere che è necessario cambiare qualcosa.
Perchè se non ci siamo più noi, non ci sono più nemmeno le cose da fare, per quanto brutale vi possa sembrare questa affermazione.
Ecco alcuni strumenti interessanti per riuscirci, suggeriti da Christine Comaford
1. DARE UN NOME PRECISO E GRANULARE ALLE EMOZIONI CHE PROVIAMO
Puoi usare la Ruota delle Emozioni di Christine Comaford per aiutarti a dare un nome a quello che stai provando, nel momento presente.
Le voci al centro sono le “emozioni primarie”.
I cerchi che si allargano verso l’esterno descrivono (in modo non esaustivo) le mille varianti delle emozioni secondarie.
La Ruota delle Emozioni può aiutarci a dare un nome più preciso a quello che stiamo vivendo.
Aumentare il nostro vocabolario emozionale può aiutarci a capire di cosa abbiamo bisogno, e adottare comportamenti che soddisfino questi bisogni.
Io ti consiglio di fermarti durante le tue giornate, più volte, per respirare e riconoscere che emozione stai provando in quell’istante, e di cosa hai bisogno in quel momento. E poi ripartire con le tue attività.
Noterai l’effetto che questo esercizio porterà, e sarà quello di permetterti di dilatare i tempi di risposta alle sollecitazioni esterne, ridarti centratura e lucidità.
Approfondisci il tema dell’Agilità Emotiva2. PARLARE ALLE COSE CHE NON CI PIACCIONO, IN NOI E NEGLI ALTRI
Riconosci
Pensa 10 cose nella tua vita che non vuoi / che non ti piacciono: possono essere aspetti di te che non ami, o cose esterne a te.
Guardale una per una, e di’ loro: ‘”Riconosco che esisti” .
Presta attenzione alla tue sensazioni fisiche e alle emozioni che provi mentre lo fai. Nota come ti senti fisicamente dopo averlo fatto.
Riconoscere che certe cose esistono non vuol dire approvarle: vuol dire solo riconoscere che sono lì, e che non ci sono utili..
Non serve opporvisi urlando e sprecando energia vitale: l’energia va incanalata per cambiarle, oppure indirizzata altrove.
Incuriosisciti
Sii curioso verso le cose che non sopporti.
Come mai le trovi fastidiose o insopportabili? In che modo ti è utile non amare queste cose? Cosa c’è di buono nel non volerle nella tua vita ?
Nota ciò che provi mentre fai queste riflessioni, fisicamente ed emotivamente.
Sorprenditi
Cosa c’è di sorprendente, di incredibile, anche di buffo o fantastico in queste cose fastidiose?
Nota ciò che provi mentre fai questo esercizio di “cambio di prospettiva”.
Apprezza
Onorare le cose che ti fanno schifo può sembrare folle ma non lo è : serve a farci pace e renderle più inoffensive.
Cosa hanno di buono? in che modo ti possono essere utili? per cosa puoi dire grazie che ci siano?
3. FARE REFRAMING
Non importa cosa succede fuori da noi, possiamo sempre scegliere il significato che diamo alle cose.
Ecco un semplice esempio: arrivano molte richieste di clienti con scadenze molto corte. Che significato possiamo dare a questo fatto?
Nel primo caso mi sentirò una vittima, senza forze e senza voglia
Nel secondo caso sentirò l’entusiasmo della sfida
Nel terzo caso sentirò la gratificazione dell’essere importante o dell’aiutare
Tra Stimolo e Risposta c’è sempre uno Spazio, e in quello spazio c’è la mia capacità di scegliere (Victor Frankl)
Che significato scegli di dare alla realtà che vivi?
Le nostre parole plasmano la nostra realtà, e vederla da più punti di vista ci aiuta a plasmarla in un modo più utile, per noi e per chi ci sta intorno.
4. RICONNETTERCI A NOI STESSI, ALLE NOSTRE PASSIONI
Connettersi con sè stessi significa dedicarsi a quello di cui siamo appassionati.
Non possiamo concederci il lusso di NON dedicarci alle vostre passioni.
Ed essere in contatto con quello che ci appassiona è proprio la cosa da cui cominciare per recuperare energia per affrontare le difficoltà.
Avremo tutti bisogno di tutta la passione possibile per fare fronte alla pressione che ci arriverà dall’ambiente circostante.
Se ti svegli una mattina e ti dici: “E’tutto qui? Mi sveglio, faccio quello che dice la mia to-do-list, vado a dormire, poi mi sveglio di nuovo, faccio la mia to-do-list e vado a dormire? E’tutto qui?”, sai che devi assolutamente riconnetterti con te stesso, e dedicare del tempo almeno a una passione, a una cosa che ti piace.
E non solo nel week end, ma anche durante la settimana: serve trovare un equilibrio nel quotidiano, non a compartimenti stagni.
Fai la lista delle cose che ti danno gioia, di tutti i tuoi hobby , di tutte le cose che ti piace fare.
Non serve essere bravi, basta che quella cosa ci piaccia e ci dia gioia. E trova un modo di integrarne un po’ in ogni giornata.
La passione alimenta altra passione, che alimenta l’energia, che fa andare avanti, e fiorire.
5. IMMAGINARE IL FUTURO
Costruisci una visione chiara di come vuoi che sia la tua giornata, settimana….vita.
Prenditi un po’ di tempo, e rispondi ad ogni domanda, con calma, in dettaglio:
– Cosa vuoi ? (qualcosa che si può creare e mantenere)
– Cosa cambierà per te quando l’avrai ottenuto? (cosa otterrai, che benefici avrai)
– Come saprai di esserci riuscito? (criteri/prove…)
– Quando, dove, con chi vuoi ottenere quel che desideri? (ambito di applicazione e tempi)
– Cosa rischi ? Cosa potresti perdere? (metti al sicuro il tuo piano)
– Quali sono i tuoi prossimi passi? (entra in azione )
Quale di questi esercizi ti intriga di più?
Quando lo farai?