by Sandrine Thuret
In passato si credeva che il cervello, durante la nostra vita, avesse una fase iniziale di espansione, seguita da un inesorabile e lungo declino.
In realtà non è così, e le persone rispondono in modo molto diverso all’avanzare dell’età.
Possiamo noi, adulti, generare nuovi neuroni?
C’è ancora confusione su questa domanda, in quanto si tratta di un campo piuttosto nuovo, ma la risposta tende, dopo studi sempre più numerosi, ad essere affermativa: anche gli adulti generano nuovi neuroni, secondo un fenomeno chiamato “neurogenesi”.
Una delle parti più interessanti del cervello in termini di neurogenesi è l’ippocampo, una struttura grigia, situata al centro del cervello,molto importante per l’apprendimento, la memoria, l’umore e le emozioni.Quello che si è scoperto recentemente è che si tratta di una delle rare aree del cervello adulto dove possono essere generati nuovi neuroni: studiosi del Karolinska Institute hanno stimato che produciamo 700 nuovi neuroni al giorno nell’ippocampo. Si potrebbe pensare che non sono molti, paragonati ai miliardi di neuroni che abbiamo, ma significa che, una volta raggiunta l’età di 50 anni, in quell’area cerebrale avremo sostituito tutti i neuroni con cui eravamo nati con neuroni generati da adulti.
Perché questi neuroni sono importanti, e che funzioni hanno?
Innanzitutto sappiamo che sono importanti per l’apprendimento e la memoria.
Si è dimostrato in laboratorio che, se blocchiamo la capacità del cervello adulto di generare nuovi neuroni nell’ippocampo, blocchiamo anche particolari capacità della memoria. Ciò è vero in particolare per la memoria spaziale, cioè la capacità di muoversi ed esplorare.E non sono solo importanti per la capacità di memorizzare, ma anche per la qualità della memoria stessa.
Sono utili per aggiungere il fattore tempo ai nostri ricordi, e differenziare ricordi simili tra loro: ad esempio, è grazie ad essi che ritroviamo l’auto, che parcheggiamo ogni giorno nella stessa zona ma in posti leggermente diversi.
E ancora più interessante la ricerca in corso su neurogenesi e depressione. In animali soggetti a depressione si è notato un livello di neurogenesi più basso.
Somministrando farmaci antidepressivi si assiste non solo ad un attenuarsi dei sintomi depressivi, ma anche alla produzione di nuovi neuroni.
Se invece si blocca la neurogenesi, si blocca anche l’efficacia degli antidepressivi.
Gli scienziati pensano di avere sufficienti prove per dire che la neurogenesi è un obiettivo di primaria importanza, se vogliamo migliorare la memoria e l’umore, e anche se vogliamo contrastare il declino associato all’invecchiamento e allo stress.
La domanda chiave è dunque: siamo in grado di controllaree influenzare la neurogenesi?
La risposta è SI. Invecchiare riduce la neurogenesi, ma essa è comunque presente, anche da anziani, pur in misura più ridotta.
Ecco una serie di comportamenti e attività che impattano fortemente la neurogenesi: alcuni la aiutano, altri la limitano, e ce ne possiamo e dobbiamo occupare.
A ciascuno di noi dunque la responsabilità di occuparci dei nostri neuroni, e di favorire una funzionalità ottimale del nostro cervello.